Disaster Award: torta stagionata al cocco

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Grazie ad Alex ed al suo bel spirito di replica ;), finalmente diamo un po’ di dignità ai nostri disastri culinari (anche se non la meritano)!
Per il ciofeca’s day purtroppo niente foto, la schifezza è troppo vecchia ma ancora fresca nelle memorie dei testimoni (ahime’). Non che oggi vada meglio, intendiamoci, ma diciamo che i fallimenti sono più discreti.
La cosa si è svolta circa dodici anni fa’.
Contesto: alle prime armi in cucina, grande entusiasmo, poco senso critico nelle fonti e anche un po’ di testardagine
Ricetta: pescata in un ricettario home made, una raccolta di colleghi di lavoro (non miei) per beneficenza. Scopo nobile dunque
Titolo: Torta deliziosa al cocco
Peculiarità: deve riposare, diciamo piuttosto stagionare, almeno cinque giorni in frigo anzi più riposa più è buona, ad infinitum
Ingredienti: pan di spagna (confezionato), panna, yogurt (per inacidire la panna), limone, zucchero e farina di cocco
Mi lancio. Comincio a preparare e scopro con perplessità che bisogna inacidire la panna con lo yogurt e il limone e mescolarla ad una quantità esagerata di zucchero e farina di cocco. Seguo scrupolosamente le indicazioni, compongo la torta a strati con pan di spagna e crema, chiudo tutto in una scatola ermetica e metto in frigo.
Faccio il grande annuncio ‘ho preparato una torta al cocco che pero’ si potrà mangiare solo fra qualche giorno‘. Premetto che ho una famiglia di golosoni, in particolare i miei fratelli che naturalmente cominciano a brontolare chiedendomi se si puo’ intaccare subito. Assolutamente no, deve diventare buonissima! Mia madre tenta discretamente di manifestare i suoi dubbi sia sulla ricetta che sul tempo di riposo, a suo avviso esagerato. Io niente, difendo a spada tratta giorno per giorno la mia tortina.
Dopo cinque giorni, finalmente è possibile assaggiare. Certo se si aspettavano altri dieci giorni era meglio, ma non mi sono spinta cosi’ avanti. Tiro fuori questo benedetto dolce, con tutti che mi guardano pieni di speranza.
L’aspetto era già abbastanza penoso: una poltiglia bianca di pan di spagna cremoso. E poi… degustazione! Mamma mia, una vera schifezza: una mappazza densa, una crema acida ed al tempo stesso eccessivamente dolce nel senso che i due sapori non si compensavano affatto. Insomma una cosa immangiabile che ha raggiunto immediatamente la spazzatura.
Non vi dico i commenti, le lamentele. Ero da un lato mortificata da un fallimento cosi’ clamoroso e dall’altro profondamente divertita da questo flop.
Quel libro non l’ho mai più aperto, ascolto di più i consigli di chi mi sta accanto e mi ci sono voluti anni prima di osare preparare un’altra torta al cocco. E soprattutto, non solo tutti si ricordano il sapore mefitico di questa ciofeca ma mi prendono ancora in giro per avere imposto loro un’attesa cosi’ lunga per un risultato cosi’ scarso.
Version française
Je participe à un mini concours juste pour rire organisé par Alex du beau blog ‘Cuoche dell’altro mondo‘ sur le meilleur désastre culinaire.
Le concours est né dans le cadre des discussions liées à différents cas de plagiat dans la blogosphère italienne. Alex avait donc publié une recette apparemment inmangeable même si très belle à voir, en invitant tout le monde à la plagier. Cela m’a beaucoup fait rire et j’ai apprécié cet esprit. Du coup, plusieurs personnes ont commencé à parler de leurs recettes râtées qu’on ne mentionne jamais dans un blog. Alex a donc organisé le concours ‘ciofeca’s day‘ (journée du truc nul).
J’ai tout simplement racconté l’histoire d’un gâteau au coco, préparé il y a douze ans, qui avait dû reposer plusieurs jours au frigo et qui était particulièrement dégoûtant. Une crème extrêmement acide et sucrée qui a fait un voyage direct à la poubelle. Enfin, un truc inmangeable dont tout le monde se souvient surtout parce que je leur avait imposé une longue attente de cinq jours avant la dégustation.

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